Un bel giro in Jolly!

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27 Agosto, 2020

Un bel giro in Jolly!


"Carlo ed io abbiamo imparato a guidare con questa macchina", racconta Vito, accarezzando affettuosamente il manubrio della Fiat 600 azzurra chiamata "Jolly". Il suo sorriso va di pari passo con i ricordi. "Mio zio Carlino la comprò nel 1959, l'anno dopo che la Fiat ne aveva realizzato una produzione limitata. Amava indissolubilmente questa Ghia Jolly, che per anni abbiamo usato come navetta tra l’albergo e Positano".

 

"Era molto popolare tra le signore", aggiunge Vito. "Quando eravamo adolescenti, invitavamo le ragazze carine a saltare nel retro e a fare un giro di paese".

 

Status symbol d'élite dell'ingegneria italiana, gli opuscoli pubblicitari descrivevano la Ghia come la "Jolly da Spiaggia”. Con i suoi caratteristici sedili in vimini e la capote aperta, era la più modaiola della città. L'entusiasmo era alle stelle nelle curve a gomito della Costa; niente cinture e niente porte ai lati.

 

Originariamente progettata per essere utilizzata a bordo dei mega yacht di lusso di ricchi magnati come Aristotele Onassis, era nata da un'idea di Gianni Agnelli, e divenuta rapidamente la prediletta di ricchi e famosi, tra cui il presidente USA Lyndon B. Johnson - che la usò nel suo ranch in Texas -, Grace Kelly, Mae West, Yul Brynner e John Wayne.

 

Poco dopo la scomparsa di Carlino, nel 1984, la Jolly andò in pensionamento come navetta. Vito e Carlo continuarono a guidarla ancora qualche anno, ma dopo che i fratelli lasciarono Positano per proseguire gli studi, la piccola auto azzurra andò in deposito, dove riposò le ruote per oltre tre decenni.

Nel 1998 la Jolly fu portata in un garage per un restauro completo. Al suo ritorno, la versione inedita della "piccola grande" Fiat 600 tornò nuovamente in deposito. Oggi esistono meno di 100 Ghia Jolly autentiche, ognuna delle quali è unica. Ma la Jolly del San Pietro è tra le più rare perché conserva tutte le parti originali.

 

"Quest'anno l'abbiamo inviata a un artigiano, Mauro, innamorato di questa macchina. L'ha smontata pezzo per pezzo” racconta Vito, “l'ha lucidata e rifinita fino a farla brillare e ha ridipinto l'esterno nel suo azzurro iconico. Quando Mauro l'ha riportata a Positano, l'auto sembrava nuova come il giorno in cui si è staccata dal nastro trasportatore. Era un po' rattristato a doverla lasciare".

 

Oggi Vito usa la Jolly per fare il pendolare tra casa e albergo e spesso invita la sua jack russell, Mela, a fare un giro.

 

 

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