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Cinquantenario

27 Marzo, 2020

La materia dei sogni

PARTE PRIMA – IL SOGNATORE


 

"Capiamo le storie alla fine", scriveva Aristotele, ma la capacità di guardare al futuro è il genio di pochi. Forse è per questo che veggenti e inventori sono così celebrati nella storia dell'umanità.

Il San Pietro è una di queste visioni. Il suo creatore, Carlo Cinque, sognava un paradiso costruito su un promontorio fuori dal centro di Positano che avrebbe accolto visitatori da tutto il mondo. Un albergo raro, lontano dalla folla, dove la bellezza ne esprimesse lusso e valore.

La scogliera a strapiombo è la tela su cui Carlo darà forma a questa visione e che le generazioni future continueranno a tessere. E mentre la storia del San Pietro continua, guardando ai cinquant'anni passati possiamo cominciare a comprenderla. Oggi l'albergo è emblema di ospitalità e di eccellenza in tutto il mondo.

 

Ma quando Carlo, o Carlino per gli amici, ne inizia la costruzione ancora non lo sa. Seguendo la sinuosità della scogliera e gradualmente su vari livelli, la sua visione comincia a prendere una forma concreta. Ha una regola tutta personale, il cui primo comandamento è essere invisibili. Non vuole violare la natura che lo circonda, quindi ammorbidisce gli spazi per creare gli ambienti. Progetta giardini terrazzati e sentieri dove verranno piantati alberi provenienti da tutto il mondo per abbellire la parete rocciosa.

Il secondo comandamento non è enunciato, ma è comunque implicito: niente linee rette. Carlino odia gli angoli retti e gli spigoli vivi. La sua filosofia è molto simile a quella del geniale architetto brasiliano Oscar Niemeyer: "Ciò che mi attrae è la curva libera e sensuale. La curva che trovo nelle montagne del mio paese, nel corpo di una donna amata, nelle nuvole del cielo e nelle onde del mare. L'universo è fatto di curve".

Così, il San Pietro è sinuoso e complesso, come una bella donna con le curve in tutti i punti giusti. La grande terrazza arrotondata, che si affaccia sul mare e su Positano e Praiano, scompare tra la vegetazione dei giardini. Anche la piscina è a forma di emiciclo. Carlino si lamenta quando il muro della piscina è troppo dritto. "Uno di questi giorni cadrà", minaccia; infatti qualche giorno dopo si sente un tremendo fragore sul fianco della collina quando il muro cede.

Mentre un mastro muratore completa la facciata storta del nuovo muro, Carlino dà un'occhiata e chiede: "Chi l'ha costruito? Tutti tacciono. "Qualcuno mi dice chi ha costruito questo muro?" ripete. Il muratore "colpevole" alza la mano con esitazione. "Ben fatto!" esclama Carlino dandogli una pacca sulla spalla: "Questo è il miglior lavoro che hai fatto finora".

È un perfezionista, implacabile nella sua ricerca dell'imperfezione e segue una visione che solo i suoi occhi possono vedere. "No, no. Questa stanza è tutta sbagliata. Dobbiamo ricominciare da zero", diventa il mantra familiare mentre pattuglia il cantiere, marciando di stanza in stanza e indossando il suo iconico cappello di paglia fiorentina, sempre in compagnia dell'adorato cane boxer. Gli archi della hall sono troppo perfetti per i suoi gusti, li fa ricostruire. "Li voglio modellati a mano".

 

 

Lo si può trovare in cantiere dall'alba al tramonto, con le maniche della sua camicia arrotolate, a sollevare materiali, a collocare pietra su pietra. Gli operai diventano parte della famiglia; muratori, artigiani e ingegneri, tutti uniti nella folle visione di costruire il San Pietro. Al termine di una lunga giornata, Carlino prepara i barbecue, fa arrivare pasta e insalate a volontà. È un amante del divertimento, è ospitale e ama essere circondato da amici e vicini di casa. La sua tavola ricorda la natura variegata e colorata della Costiera Amalfitana: un vescovo, una ballerina, un politico, un pescatore, un costruttore, una ex fidanzata.

Honoreè de Balzac ci dice che "le parti migliori della vita sono le illusioni" e per sei anni Carlo Cinque coltiva con astuzia la sua. Vuole che ogni stanza sia unica, ariosa, lussuosa. Gli armadi sono decorati con trompe l'oeil: mascheroni della commedia d'arte, immagini di miti e divinità greche, soggetti floreali e scene erotiche della classicità. Pezzi di altari diventano testate per i letti. Lampade, quadri e statue provengono da negozi di antiquariato e vecchi palazzi di tutta Italia. Una copia a grandezza naturale del famigerato ermafrodito di Pompei domina una gigantesca vasca idromassaggio in marmo rosa. Ovunque c'è il senso del fantastico e del surreale, un giocoso paesaggio onirico sostanziato dall'esteta sognatore.

 

 

Il giorno dell'inaugurazione è vicino e, nonostante il lavoro sia in ritardo, Carlo dice a suo nipote Salvatore di "prendere quante più prenotazioni possibili". Nella sua mente, l'albergo deve aprire in occasione della festa di San Pietro, giornata che si celebra ogni anno con la messa, la processione, le luci, la banda musicale, le bancarelle e i fuochi d'artificio dal mare a mezzanotte. Carlino si prepara per la sontuosa inaugurazione, in concomitanza con la giornata dedicata al santo patrono.

Un tavolo lungo ventidue metri è apparecchiato sulla terrazza del ristorante con abbondanza di cibo, vino, champagne e un'immensa torta di buon auspicio. Non si risparmia nessuna spesa per lo spettacolo pirotecnico. Tra gli ospiti ci sono Franco Zeffirelli e Gore Vidal. Musica e balli fino all'alba. Il 29 giugno 1970, a otto anni dal giorno in cui fu concepito il sogno di Carlo Cinque, nasce Il San Pietro.

 

 

 

 

 

 

 

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