29 Giugno, 2020
Il racconto di due fratelli
Parte quarta: il patto
Salvatore incarna lo spirito mondano e cosmopolita del San Pietro, ed è una figura istituzionale illuminata e carismatica. Nel 1990 decide di candidarsi a sindaco di Positano, volendo restituire alla città il favore di avergli dato tanto. La mattina va in municipio e nel pomeriggio torna in albergo. Dopo aver spulciato la corrispondenza giornaliera, si dedica totalmente ai suoi ospiti. Con buona parte del suo tempo dedicato ai doveri istituzionali, Salvatore chiede ai nipoti Carlo e Vito di aiutarlo nella gestione quotidiana dell'albergo.
I due giovani fratelli sono cresciuti al San Pietro, spesso mescolandosi tra gli ospiti e aiutando lo zio e la madre durante le vacanze estive. Percorrono la stessa strada ma su due carreggiate diverse, perché entrambi coltivano le inclinazioni e gli studi individuali.
Nonostante le differenze di carattere e di interessi, i due fratelli sono sempre stati una squadra. La condivisione è, per loro, una seconda natura: dalla barca che gli regala zio Carlino alla macchina che ricevono dal padre, alla casa che affittano insieme. Ora, all'età di 25 e 28 anni, si trovarono a prendere le redini dell'albergo quando lo zio viene eletto sindaco. Carlo è "dietro la scrivania", assumendo istintivamente gli aspetti amministrativo-burocratici e finanziari, lasciando che Vito diventi l'effettivo direttore dell'albergo e porti le sue esperienze dall'estero nella ristorazione e nell’ospitalità del San Pietro.
La carriera politica di Salvatore dura un solo mandato; il suo amore per il San Pietro lo assorbe a tal punto che vi ritorna a tempo pieno, fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta tre anni dopo, nel 1996. Dieci anni dopo, la sala del consiglio comunale di Positano sarà intitolata a lui.
Con la scomparsa del fratello, Virginia passa la gestione completa del San Pietro ai figli Carlo e Vito. I due fratelli fanno un patto da onorare al di sopra di mogli, fidanzate, problemi o differenze: "Poiché molte aziende a conduzione familiare cadono in declino a causa di discussioni interne, io, mamma e te facciamo la promessa di rimanere uniti e di trovare un accordo anche quando non siamo d'accordo". È una promessa che hanno mantenuto fino ad oggi.
Ora saldamente al timone del San Pietro, i fratelli cominciano ad infondere la loro impronta tangibile all'albergo, instradandolo su un nuovo percorso verso una radicale trasformazione interna e un arricchimento dei servizi che ne accrescesse il prestigio. Mentre il San Pietro diventa rapidamente una meta a sé stante, gli investimenti si concentrano sulla sua metamorfosi da hotel a resort, dove gli ospiti trovano tutto ciò che si aspettavano da una vacanza in Costiera Amalfitana senza mai lasciare la struttura.
Il trentesimo anniversario dell'albergo, al giro di boa del millennio, è celebrato con una festa sontuosa, ma soprattutto segna l'avvio di entusiastici progetti per il rinnovamento totale del San Pietro. In collaborazione con lo studio dell'architetto Fausta Gaetani, Vito traghetterà sapientemente il San Pietro dallo stile classico che lo ha reso famoso negli anni al design moderno e raffinato di oggi, senza intaccarne il fascino e il legame con il territorio e le sue radici.
Non è un semplice ammodernare, ma totale ricostruzione e rimodellamento di ogni ambiente, struttura e superficie. Nel tempo, il numero di camere si riduce, dando priorità assoluta allo spazio, uno dei lussi più esclusivi della Costiera Amalfitana.
Appassionato di cucina, Vito lancia il San Pietro verso l'eccellenza culinaria, partendo dal ristorante stellato Michelin, Zass - primo albergo del sud Italia e primo ristorante di Positano a ricevere una stella - e proseguendo con l'apertura del Carlino direttamente sul mare nel 2008. Questa eccellenza è stata ulteriormente rafforzata dalla costruzione di una nuova cucina all'avanguardia nel 2016, premiata come la più ecologica e tecnologicamente avanzata al mondo.
In appena mezzo secolo il San Pietro è diventato una delle grandi icone dell'ospitalità italiana e tra le più apprezzate al mondo. Stando ai suoi numerosi ospiti abituali, questo successo è riconducibile a un'attrazione molto intensa che l'hotel suscita in chi soggiorna o semplicemente lo visita. Un mix di sentimenti che raccoglie l'entusiasmo prima della venuta, l’inebriarsi della bellezza del luogo all'arrivo, il sentirsi parte di qualcosa di magico durante il soggiorno, una dolce malinconia che pervade quando si parte e l'acuta voglia di tornare quando si è lontani.
Nel tempo, la famiglia del San Pietro è cresciuta fino a raggiungere i 160 dipendenti, diventando così la più grande realtà imprenditoriale di Positano. Si può dire che l'ospitalità iniziata con Carlino, Salvatore e Virginia è rimasta invariata oggi con la gestione di Carlo e Vito, e continuerà con le generazioni future, confidando nella natura di un luogo che parla agli animi sensibili che sanno ascoltarlo.
Se venite a Positano, fermatevi al belvedere nella curva poco prima del San Pietro. È il luogo preferito di Virginia, da dove si può vedere tutto ciò che le è caro, lo stesso panorama che vide Carlino: il mare davanti a sé, Positano a destra e Praiano a sinistra e, al centro di questo etereo tableau, Il San Pietro, l'albergo dei sognatori.