In piscina con Pasquale

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5 Giugno, 2019

In piscina con Pasquale


"Non lavoro! Sono in vacanza" Sorride Pasquale, rassettando i bicchieri da cocktail dai tavolini a bordo piscina. Lo segue da vicino la sua fedele assistente, Mela, il jack russell dell'albergo.

Pasquale lavora al San Pietro dal 1980, dieci anni dopo la sua apertura. Aveva solo 15 anni quando iniziò come cameriere al beach club.

"A quei tempi non c'erano gradini che portavano al mare e nessun giardino terrazzato" ricorda. "C'era solo l'ascensore". Un ascensore per il quale ci vollero due anni di perforazione nella roccia per installarlo. "Se eri claustrofobico, non c'era altro modo di arrivare al mare. Quindi Carlino pensò a una piscina".

Dopo 20 anni di lavoro in spiaggia, a Pasquale fu chiesto di occuparsi della piscina. All'inizio era esitante. "Mi mancava il mare, ma poi ho visto la piscina come una nuova sfida: far così felici gli ospiti da non volersene andare. Ora è diventato uno dei servizi più frequentati dell'albergo".

In effetti, la terrazza della piscina è sempre piena. Pasquale conosce gli ospiti uno ad uno, per nome, e si assicura che non manchino di nulla quando sono con lui. In cambio, Pasquale e Mela hanno un nutrito gruppo di fedelissimi del lettino a bordo piscina che vengono sia per la loro compagnia che per la tintarella.

Il suo volto si illumina mentre richiama i ricordi al San Pietro nel corso degli anni. Si può dire che per lui è più di un albergo. "Qui mi sento a casa" dice affettuosamente. Nel suo giorno libero, controlla la sua "casa" dalla sua vera casa sulla scogliera opposta, dove può vedere la piscina con un binocolo. Pasquale è cresciuto in questo albergo con i fratelli Vito e Carlo, terza generazione della famiglia che lo gestisce.

"Vito è più che un fratello per me" sorride Pasquale, accarezzando il pelo bianco-marrone di Mela. "La cosa peggiore per me è quando non andiamo d'accordo. Se torno a casa nervoso a fine giornata, mia moglie sa sempre che ho discusso con Vito. Farei qualsiasi cosa per lui e Carlo, come so che loro la farebbero per me. Siamo una famiglia. Il loro zio, Salvatore, era un padre per me".

Il peggior momento della sua vita è stato il giorno in cui Salvatore è morto. "Ero a casa a Praiano quando mi chiamò per dirmi che non si sentiva bene." Era il periodo natalizio e l'hotel era chiuso, quindi il medico non poteva entrare. Pasquale saltò sul suo scooter e arrivò il più veloce possibile con le chiavi, ma quando raggiunsero Salvatore, era troppo tardi. Aveva solo 60 anni. Lo shock della sua morte prematura spronò Pasquale a fare volontariato con la Croce Rossa. "Guido l'ambulanza e assito i medici un paio di sere alla settimana" dice con orgoglio.

Pasquale è di solito uno dei primi ad intervenire ogni volta che c'è un'emergenza medica in albergo. Così come aiuta i suoi ospiti a rilassarsi sulla terrazza della piscina.

"Adoro stare con i clienti e renderli felici. Ho conosciuto tante persone fantastiche nel corso degli anni. Qui al San Pietro lavoriamo con lo spirito di una grande famiglia. Il San Pietro è casa mia".

Si gira mentre una giovane coppia esce dall'ascensore e accede alla terrazza. "Buongiorno! Prima volta qui in piscina? Siete i benvenuti. Io sono Pasquale " dice, accompagnandoli ai lettini.

 

 

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